domenica 2 ottobre 2016

L’arte di fare del vino (e delle seconde occasioni) dei piccoli capolavori: Moros, dove più passioni si incontrano.


Gli spazi interni della Cantina Moros

Complice la giornata dedicata alle Cantine Aperte in vendemmia sono finalmente riuscita a fare un giro a Guagnano per esplorare una parte del regno della “seconda vita” di Claudio Quarta, la Cantina Moros, location che mi incuriosiva da un po’ per una certa affinità tematica.
Quel che ho scoperto è andato ben oltre le mie aspettative, a partire dall’aver trovato ad accoglierci direttamente il padrone di casa, che ci ha accompagnato a conoscere i segreti della sua base operativa, dalla quale dirige le attività delle altre sue cantine: Moros, infatti, è il quartier generale, ricavato da una piccola cantina preesistente, che oggi produce un solo vino, omonimo, da un solo vigneto, in quantità ridotte per ottenere l’eccellenza (e, in effetti, a quanto pare è già entrato nelle classifiche dei più prestigiosi riconoscimenti enologici mondiali). 
Claudio Quarta ci fa da cicerone
Da qui Claudio Quarta monitora le attività di Tenute Eméra e Cantina Sanpaolo, rispettivamente a Lizzano (TA) e in Irpinia: nella prima produce quasi esclusivamente vini rossi, nella seconda bianchi.
Ma il bello di questa storia è che si tratta del “secondo tempo” di una vita, già colma di soddisfazioni, che è cambiata grazie ad una improvvisa passione: Quarta, infatti, biologo ricercatore nonché imprenditore bio-farmaceutico, ad un certo punto della sua vita ha deciso di invertire la rotta, imboccando una sorta di “ritorno alle origini”, salentine appunto, e di “iniettare” la sua metodologia di ricerca nell’ambito vinicolo.

E si comprende subito, anche da come è stata definita la ristrutturazione della cantina Moros, che si tratta di una ricerca che fonda le sue basi sul passato, su valori identitari ben precisi, ma con un piglio contemporaneo: cemento industriale e pareti impregnate di vino, nei suoi colori e odori; arredamento contemporaneo e pezzi di archeologia; arte contemporanea ed etichette d’autore. Inoltre, sempre per seguire lo stesso filo conduttore, c’è Alessandra, la figlia di Claudio, che ha deciso di portare avanti il lavoro del padre in azienda, dando all’attività una ulteriore valenza futura.

Ed eccoci al punto di partenza: ero venuta qui per capire come l’arte fosse integrata in questo progetto enoico e ci ho trovato tanto altro, ma, importante è la presenza dei lavori dell’amico di famiglia, Ercole Pignatelli, che ha dedicato all’azienda numerosi dipinti e un murale: e l’azienda ha regalato alla città di Lecce una scultura dell’artista, collocata in un punto di snodo focale. E il bello è che puoi portare a casa un pezzo d’arte non solo nelle bottiglie, ma anche nell’involucro.
Alcuni lavori di Ercole Pignatelli

Negli spazi interni dell’azienda, inoltre, è già stata allestita qualche mostra d’arte e credo che ci sia l’intenzione di continuare per questa strada.

La visita è terminata con una presentazione guidata del vino prodotto in cantina: Moros, dal nome dell’omonima divinità che rappresenta il destino, è un vino plasmato alla perfezione che, da “aspirante futura intenditrice”, non posso non consigliarvi. Io ne ho portato a casa una bottiglia, le prossime a futura visita. 


venerdì 9 settembre 2016

Con una mostra “epica” ad Alba, Ceretto porta avanti il suo progetto artistico pluridecennale.




Precursore della tendenza ormai imperante nelle case vinicole, di associare all’attività “core business” un progetto artistico di varia forma ed ispirazione, l’azienda vinicola Ceretto presenta quest’anno la quinta edizione del progetto artistico in collaborazione col comune di Alba e la Fiera Internazionale del Tartufo: si tratta di una mostra che vedrà protagonista Francesco Clemente nel Coro della chiesa della Maddalena. Dal 15 settembre al 13 novembre 2016, infatti, sarà possibile ammirare le opere del ciclo “After Omeros”, composta da due installazioni e quarantuno acquerelli ispirati al poema epico Omeros che ha valso allo scrittore Derek Walcott il Premio Nobel per la letteratura.
Sono stato ossessionato da Omeros di Derek Walcott - racconta Francesco Clemente - che è il racconto del naufragio della Storia.Le isole sono un labirinto dove la Storia perde il suo corso e tutti i suoi grandiosi disegni, sminuiti dalla vastità del mare, finiscono in ruggine, nell'infinito appannato di vani proclami, nell’argento e oro di tesori affondati. Cosa resta? Le stesse vane cose cantate da Omero nelle isole greche tre millenni fa: un triangolo amoroso, il rimpianto per un lungo matrimonio, la brama di tornare da dove si è nati, la malattia nella vecchiaia, un dialogo silenzioso con la morte. Ho dipinto 41 acquerelli e realizzato 2 sculture in legno, argilla, metallo, marmo e dipinto per celebrare i Caraibi, Omeros e Derek Walcott.”
La personale di Francesco Clemente non è che l’ultimo legame fra i Ceretto e l’artista: Clemente è infatti l’autore dell’affresco che avvolge la sala di “Piazza Duomo”, il ristorante tre stelle Michelin di proprietà della famiglia di produttori diretto dallo chef Enrico Crippa.
L'affresco di Clemente per "Piazza Duomo"
Dopo cinque anni siamo lieti di ospitare un artista italiano - dichiara  Roberta Ceretto - un amico conosciuto nel 2007 quando è stato coinvolto per l'affresco di Piazza Duomo. Da allora con Francesco Clemente e la sua splendida famiglia è nato un bellissimo legame e siamo molto felici che abbia accettato il nostro invito. Di recente l'ho incontrato a Siena per la sua mostra e ho potuto constatare con quale entusiasmo raccontasse ad amici e ospiti intervenuti del nostro progetto ad Alba, della bellezza dei nostri luoghi e della bontà del nostro cibo. Clemente è un perfetto ambasciatore delle Langhe, sono certa che sapremo contraccambiare questo suo amore.
In effetti le precedenti edizioni dell’evento annuale a cura di Bill Katze, avevano visto nel 2010 una mostra collettiva che ha accolto grandi nomi della scena artistica newyorkese; nel 2012 la collettiva “Americans”, nel 2013 la personale di Ellsworth Kelly, seguito da Anselm Kiefer nel 2014 e da Kiki Smith nel 2015. Francesco Clemente (nato a Napoli nel 1952, vive e lavora a New York) è il primo italiano ad inserirsi nel progetto, nonché un’importante figura della Transavanguardia.
Per approfondire il legame tra l’arte di Clemente e il pensiero di Walcott la famiglia Ceretto ha stretto una sinergia con POETICA - Festival della Poesia, Città di Alba, promosso dalla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d'Alba. Nel corso della mostra - venerdì21ottobre e venerdì 11 novembre alle ore 18,30 - sarà possibile associare la visita ad un’esperienza performativa. Il Coro della Maddalena diventa così atto poetico: gli acquerelli e le opere scultoree saranno lo scenario privilegiato per assistere ad una performance in cui la traduzione dell’opera originale “Omeros” di Walcott a cura di Roberta Castoldi, supportata dal testo critico di Alessandra Morra, si lega alla musica e al teatro.
L’opening è fissato mercoledì 14 settembre alle ore 18: Ceretto continua a stupire!

sabato 3 settembre 2016

Un “VIAGGIO IN SICILIA” dal sapore mitologico: Planeta per l’Arte e il Territorio parte con la settima edizione.



Tenuta Dorilli, a Vittoria, dove il 10 settembre terminerà la residenza.
 
Valorizzazione del territorio, della sua storia e la sua tutela attraverso l'impiego di energie rinnovabili, il riciclo di materiali, l'agricoltura sostenibile, il rispetto del patrimonio culturale e delle comunità all'interno delle quali l’azienda opera: questa da sempre la missione dell’azienda siciliana Planeta, produttore di vino relativamente giovane, nato nel 1995, ma proveniente da una lunga tradizione agricola, tramandata dal Cinquecento tra Sambuca di Sicilia e Menfi. La produzione di Planeta si svolge in sei tenute immerse nelle suggestive campagne siciliane, ciascuna caratterizzata da uno specifico progetto di ricerca e valorizzazione.
Ed anche il progetto Viaggio in Sicilia rientra all'interno di questa visione che mira a salvaguardare la storia, culturale e sociale, sostenendo al tempo stesso una forte spinta all'innovazione e alla contaminazione tra tradizione, contemporaneità e territorio.
Il progetto per l’Arte e il Territorio, ideato e prodotto da Planeta, a cura di Valentina Bruschi, quest’anno prende il titolo Mappe e miti del Mediterraneo: sei artisti della stessa generazione, italiani e stranieri, si incontrano e si confrontano con il territorio siciliano in una residenza nomade, dal 2 all’11 settembre 2016. Nei mesi successivi, attraverso linguaggi diversi, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia all’installazione fino al video, i protagonisti realizzeranno opere che saranno esposte nella mostra collettiva a Palermo a giugno 2017.
Si tratta di: Gabriella Ciancimino (Palermo, 1978), Pietro Ruffo (Roma, 1978) e Luca Trevisani (Verona, 1979) che viaggeranno insieme a tre artisti di provenienze geografiche diverse: l’inglese Andrew Mania (Bristol, 1974), la cipriota Marianna Christofides (Nicosia, 1980) e l’egiziana Malak Helmy (Alessandria d’Egitto, 1982).


Gabriella Ciancimino

Luca Trevisani

Malak Elmy
Pietro Ruffo

















Andrew Mania
Marianna Christofides


Il fotografo Leonardo Scotti (Milano, 1988) annoterà appunti visivi del viaggio sul blog della residenza, che sarà costantemente aggiornato con immagini, riflessioni e un foto racconto con i particolari dei luoghi visitati.

Il dialogo tra "mappe" e "miti" in una terra come la Sicilia è una sottotraccia costante, dove si intrecciano luoghi monumentali a bellezze naturali, in un iperspazio cartaceo che coniuga scienza e arte, cartografia e controllo dello spazio. In una linea di continuità che parte dalla maestosità dei templi greci, che dovevano essere ben evidenti e imponenti per chi arrivava da lontano, fino alle chiese-fortezze dei Normanni, ai castelli di Federico II, la geografia di queste zone dissemina il territorio siciliano di significati simbolici, luoghi di protezione e identificazione.
La residenza nomade si svolge in questi giorni, quindi nel periodo della vendemmia, attraverso le sei tenute dell’azienda (Ulmo a Sambuca di Sicilia, Dispensa a Menfi, Dorilli a Vittoria, Buonivini a Noto, Feudo di Mezzo sull’Etna e La Baronia a Capo Milazzo) all’interno di un contesto in cui storia e paesaggio hanno avuto nei secoli una forte relazione e dove oggi l’industria vitivinicola permette la riattivazione di un dibattito sul rapporto tra uomo e natura, e sull’incontro con il mito, così forte per gli artisti stranieri che si imbattono in aree ricche di rovine della Magna Grecia.
Il gruppo terminerà il viaggio a Dorilli a Vittoria dove, sabato 10 settembre alle ore 19.00, il pubblico potrà incontrare e conoscere gli artisti insieme, anche, allo scrittore Gianluigi Ricuperati (Torino, 1977) che scriverà un testo nel catalogo della mostra di giugno 2017.

Invito all'incontro del 10 settembre.

Per seguire e commentare sui social, l'hashtag è #VIS7: buon viaggio!